Quando si parla di fasi fenologiche si fa riferimento ai momenti tipici del ciclo annuale della vite. Per una corretta e completa analisi, bisogna ricordare che per prevedere le fasi di crescita della vite, come la fioritura, l’invaiatura e la maturazione, sono spesso utilizzati anche gli indicatori meteorologici.
Il tutto inizia con l’operazione colturale fondamentale per chi pratica viticoltura, la potatura, dalle cui ferite la vite fa fuoriuscire un liquido in gergo detto pianto.
Questo stilla fino a che non si aprono le prime gemme, indicativamente nel momento in cui le temperature si stabilizzano oltre i 12 °C.
Si passa dunque alla fase di accrescimento del germoglio, anch’essa soggetta a importanti influenze dovute alle condizioni climatiche e ambientali, in particolare alla temperatura. Per massimizzare l’esposizione alla luce solare, l’orientamento ottimale dei filari è da nord a sud.
Sebbene la fase iniziale di accrescimento sia lenta, è possibile notare un incremento notevole durante il periodo della fioritura, per poi decrescere all’inizio estate e finire ad annullarsi intorno agli ultimi giorni del mese di Luglio.
Contemporaneamente l’infiorescenza a grappolo procede col suo pieno sviluppo, culminando con la piena fioritura della vite.
La raccolta dell’uva, di solito eseguita tra Settembre e Ottobre, è preceduta dalla maturazione. Durante questa fase avvengono complessi processi fisico-chimici, per cui l’uva acquisisce le caratteristiche tipiche del vitigno.
Dopo che i grappoli hanno raggiunto la piena maturazione, la pianta può prepararsi ad affrontare le rigidità del periodo invernale.
In pieno autunno la caduta delle foglie fa entrare la vite in riposo vegetativo, fase che perdura sino al successivo germogliamento. Durante le stagioni estremamente fredde, la ventilazione naturale che si muove attraverso il vigneto protegge le viti dal gelo.